Gemellaggio Bergamo-Bucha, il comitato vittime del Covid: «Un atto di generosità»
di Redazione Bergamo online
Il comitato elogia l’iniziativa del sindaco Giorgio Gori, che ha istituito un parallelo tra le tragedie delle due città: Bucha con la guerra, Bergamo con la pandemia
«Come associazione dei familiari delle vittime del Covid #sereniesempreuniti non possiamo che elogiare l’iniziativa di cui il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, si è fatto promotore in veste istituzionale e che prevede il gemellaggio tra il Comune di Bergamo e la cittadina ucraina di Bucha. Questo gemellaggio ha un valore simbolico molto forte per la nostra comunità, chiamata oggi ad essere solidale con chi ha dovuto attraversare ingiustamente il buio e la solitudine della morte». Così in una nota l’associazione che unisce i familiari delle vittime del Covid nella Bergamasca rappresentati dall’avvocata Consuelo Locati. «Ci hanno, infatti, molto colpito le parole con cui rilancia il suo imminente viaggio verso una comunità in cui sono stati recentemente commessi atroci crimini contro l’umanità per mano dell’esercito Russo: `Impossibile per noi non ritrovarvi alcuni tratti in comune con la vicenda della nostra città, a sua volta divenuta simbolo di un altro evento tragico, quello della pandemia di Covid19 che a Bergamo, tra marzo e aprile del 2020, ha causato 700 vittime, e oltre 6000 nella nostra provincia´, ha dichiarato il sindaco di Bergamo. Un accostamento – prosegue l’associazione – che rimanda ai mesi di febbraio, marzo ed aprile 2020 ed alla tragedia che l’intera comunità bergamasca ha dovuto affrontare per quello che inizialmente si credeva essersi riversata sull’intera provincia come una inaspettata calamità ma che una accurata ricerca documentale ha rilevato essere concomitante ad una interminabile catena di negligenze istituzionali in alcun modo, a nostro avviso, riconducibili a semplici `errori´».
Gemellaggio Bergamo-Bucha: la delegazione
«Per questo motivo — conclude l’associazione — vogliamo esprimere la nostra gratitudine al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che in questo ennesimo atto di generosità e di solidarietà (a cui i bergamaschi siamo certi non si sottrarranno) ha trovato il coraggio di un implicito atto di denuncia istituzionale per quanto avvenuto a Bergamo nel marzo 2020. Un atto di denuncia che siamo certi saprà fungere da incoraggiamento e da incentivo anche alla laboriosa Procura di Bergamo, capace in questi anni di un’inchiesta tanto difficile quanto coraggiosa».